Informazione professionale

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â–¼ Questo medicamento è soggetto a monitoraggio addizionale. Ciò consente una rapida identificazione delle nuove conoscenze in materia di sicurezza. Chi esercita una professione sanitaria è invitato a segnalare un nuovo o serio effetto collaterale sospetto. Per indicazioni a proposito della segnalazione di effetti collaterali, cfr. la rubrica «Effetti indesiderati».

BIMZELX

UCB-Pharma SA

Composizione

Principi attivi

Bimekizumab, prodotto in una linea cellulare ovarica di criceto cinese (Chinese Hamster Ovary, CHO) geneticamente modificata.

Sostanze ausiliarie

Glicina, sodio acetato triidrato (E 262), acido acetico glaciale, polisorbato 80, acqua per preparazioni iniettabili necessaria per ottenere un volume di 1 ml.

Ogni penna preriempita (da 1 ml) contiene 0,45 mg di sodio.

Ogni siringa preriempita (da 1 ml) contiene 0,45 mg di sodio.

Forma farmaceutica e quantità di principio attivo per unità

Soluzione iniettabile in penna o siringa preriempita per uso sottocutaneo.

Ogni penna preriempita contiene 160 mg di bimekizumab in 1 ml di soluzione.

Ogni siringa preriempita contiene 160 mg di bimekizumab in 1 ml di soluzione.

Aspetto

La soluzione è da limpida a leggermente opalescente, e da incolore a colore giallo paglierino-marrone chiaro.

Indicazioni/Possibilità d'impiego

Psoriasi a placche

Bimzelx è indicato per il trattamento della psoriasi a placche da moderata a severa in pazienti adulti candidati alla terapia sistemica.

Artrite psoriasica

Bimzelx è utilizzato da solo o in associazione a metotrexato per il trattamento di pazienti adulti affetti da artrite psoriasica attiva che non hanno ottenuto una risposta adeguata con uno o più farmaci antireumatici modificanti la malattia (disease-modifying antirheumatic drugs, DMARD) o non li hanno tollerati.

Spondiloartrite assiale

Spondiloartrite assiale non radiografica (nr-axSpA)

Bimzelx è utilizzato per il trattamento di pazienti adulti con grave spondiloartrite assiale non radiografica attiva con segni oggettivi di infiammazione che non hanno ottenuto una risposta adeguata con antireumatici non steroidei (farmaci antinfiammatori non steroidei, FANS) o non li hanno tollerati. Segni oggettivi di infiammazione possono essere rilevati con l'aumento della proteina C-reattiva (PCR) e la risonanza magnetica per immagini (RMI).

Spondilite anchilosante (SA, o spondiloartrite assiale radiografica)

Bimzelx è utilizzato per il trattamento di pazienti adulti con spondilite anchilosante attiva (SA) grave che non hanno ottenuto una risposta adeguata con una terapia convenzionale o non l'hanno tollerata.

Posologia/Impiego

Bimzelx deve essere usato sotto la guida e la supervisione di un medico esperto nella diagnosi e nel trattamento delle malattie per le quali è indicato.

Al fine di garantire la tracciabilità dei medicamenti di produzione biotecnologica, il nome commerciale e il numero di lotto del prodotto somministrato devono essere documentati a ogni trattamento.

Psoriasi a placche

La dose raccomandata di Bimzelx per pazienti adulti con psoriasi a placche è di 320 mg (somministrata mediante 2 iniezioni sottocutanee da 160 mg ciascuna) alle settimane 0, 4, 8, 12, 16 e successivamente ogni 8 settimane.

Artrite psoriasica

La dose raccomandata per pazienti adulti affetti da artrite psoriasica è di 160 mg (somministrata mediante 1 iniezione sottocutanea da 160 mg) ogni 4 settimane.

Per i pazienti affetti da artrite psoriasica con psoriasi a placche da moderata a grave concomitante, la dose raccomandata è uguale a quella prevista per la psoriasi a placche (320 mg [somministrata mediante 2 iniezioni sottocutanee da 160 mg ciascuna] alle settimane 0, 4, 8, 12, 16 e successivamente ogni 8 settimane). Dopo 16 settimane si raccomanda una valutazione regolare dell'efficacia e, se non è possibile mantenere un'adeguata risposta clinica a livello articolare, è possibile prendere in considerazione il passaggio a 160 mg ogni 4 settimane.

Spondiloartrite assiale (nr-axSpA e SA)

La dose raccomandata per pazienti adulti affetti da spondiloartrite assiale è di 160 mg (somministrata mediante 1 iniezione sottocutanea) ogni 4 settimane.

È necessario valutare l'eventualità di interrompere il trattamento nei pazienti con le suddette indicazioni, che non hanno mostrato alcun miglioramento dopo 16 settimane di trattamento.

Istruzioni posologiche speciali

Pazienti sovrappeso con psoriasi a placche

Per alcuni pazienti con psoriasi a placche (compresa l'artrite psoriasica con psoriasi da moderata a grave concomitante) e un peso corporeo ≥120 kg che non hanno raggiunto la clearance cutanea completa alla settimana 16, 320 mg ogni 4 settimane dopo la settimana 16 possono migliorare ulteriormente la risposta al trattamento (cfr. Efficacia clinica).

Pazienti con disturbi della funzionalità epatica

Bimzelx non è stato studiato in queste popolazioni di pazienti. In base alla farmacocinetica, non sono considerati necessari adeguamenti della dose (cfr. Farmacocinetica).

Pazienti con disturbi della funzionalità renale

Bimzelx non è stato studiato in queste popolazioni di pazienti. In base alla farmacocinetica, non sono considerati necessari adeguamenti della dose (cfr. Farmacocinetica).

Pazienti anziani

Non è richiesto alcun adeguamento della dose (cfr. Farmacocinetica).

Bambini e adolescenti

Bimzelx non è approvato per l'uso nella popolazione pediatrica.

Modo di somministrazione

Bimzelx è somministrato mediante iniezione sottocutanea.

Le aree idonee per l'iniezione includono la coscia, l'addome e la parte superiore del braccio. I siti di iniezione devono essere alternati e le iniezioni non dovranno essere somministrate in aree della cute che presentano placche della psoriasi o in aree in cui la cute è sensibile, livida, eritematosa o ispessita.

Dopo aver ricevuto adeguate istruzioni sulla tecnica di iniezione sottocutanea, i pazienti possono iniettarsi Bimzelx da soli, se il medico lo ritiene opportuno, e con controlli medici periodici, secondo necessità. I pazienti devono essere istruiti a iniettarsi l'intera quantità di Bimzelx secondo le istruzioni per l'uso riportate nel foglio illustrativo (cfr. Informazione destinata ai pazienti).

Controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati nella composizione.

Infezioni attive clinicamente rilevanti (ad esempio tubercolosi attiva).

Avvertenze e misure precauzionali

Infezioni

Bimzelx può aumentare il rischio di infezioni, come infezioni delle vie respiratorie superiori e candidiasi orale (cfr. Effetti indesiderati).

È necessario usare cautela quando si prende in considerazione l'uso di Bimzelx in pazienti con un'infezione cronica o con anamnesi di infezione ricorrente. Il trattamento con bimekizumab non deve essere avviato nei pazienti con un'infezione attiva clinicamente rilevante (in particolare, infezione da HIV, HBV o HCV) fino alla risoluzione dell'infezione o al suo adeguato trattamento. I pazienti in trattamento con Bimzelx devono essere istruiti a chiedere un parere medico se manifestano segni o sintomi di un'infezione cronica o acuta clinicamente importante. Se un paziente sviluppa un'infezione, deve essere attentamente monitorato. Se sviluppa un'infezione grave o che non risponde alla terapia standard, la somministrazione di Bimzelx deve essere sospesa fino alla risoluzione dell'infezione.

Valutazione pre-trattamento per la tubercolosi (TBC)

Negli studi clinici, i pazienti con TBC latente ai quali sono stati somministrati Bimzelx e una terapia anti-TBC non hanno sviluppato una TBC attiva. Prima di iniziare il trattamento con Bimzelx, i pazienti devono essere valutati per infezione da TBC. Bimzelx non deve essere somministrato in pazienti con TBC attiva. I pazienti in trattamento con Bimzelx devono essere monitorati per l'insorgenza di segni e sintomi di TBC attiva. Deve essere presa in considerazione una terapia anti-TBC prima di iniziare il trattamento con Bimzelx nei pazienti con anamnesi pregressa di TBC latente o attiva nei quali non è possibile confermare un adeguato piano di trattamento.

Patologie maligne

Negli studi clinici fino a un anno non è stato osservato un aumento del rischio di sviluppo di patologie maligne in seguito al trattamento con Bimzelx. I risultati delle analisi sulla sicurezza a lungo termine non sono ancora disponibili.

Poiché i pazienti affetti da psoriasi sono una popolazione a rischio, tali pazienti devono essere esaminati prima e durante il trattamento con Bimzelx per escludere la presenza di tumori cutanei.

Malattia infiammatoria intestinale

Sono stati segnalati nuovi casi o esacerbazioni di malattia infiammatoria intestinale con Bimzelx. Bimzelx non è raccomandato in pazienti con malattia infiammatoria intestinale. Se un paziente sviluppa segni e sintomi di malattia infiammatoria intestinale o manifesta un'esacerbazione di malattia infiammatoria intestinale preesistente, Bimzelx deve essere sospeso e deve essere iniziata una gestione medica appropriata.

Ipersensibilità

Se si verifica una grave reazione di ipersensibilità, la somministrazione di Bimzelx deve essere interrotta immediatamente e deve essere iniziata una terapia appropriata.

Vaccinazioni

Prima di iniziare la terapia con Bimzelx, deve essere considerato il completamento di tutte le opportune vaccinazioni per tutte le fasce di età, secondo le attuali linee guida vaccinali. I vaccini con virus vivi non devono essere somministrati nei pazienti trattati con Bimzelx. I pazienti trattati con Bimzelx possono ricevere vaccinazioni con virus inattivati o non vivi. Individui sani che hanno ricevuto una singola dose di 320 mg di Bimzelx due settimane prima della vaccinazione con un vaccino antinfluenzale stagionale inattivato presentavano risposte anticorpali simili rispetto ai soggetti che non avevano ricevuto Bimzelx prima della vaccinazione.

Sostanze ausiliarie

Questo medicamento contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per penna preriempita, cioè è essenzialmente «senza sodio».

Questo medicamento contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per siringa preriempita, cioè è essenzialmente «senza sodio».

Interazioni

Non sono stati effettuati studi per determinare le interazioni del CYP450 nell'uomo. Non vi è alcuna evidenza diretta del ruolo di IL-17A o IL-17F nella regolazione degli enzimi del CYP450. La formazione di alcuni enzimi del CYP450 è soppressa dall'aumento dei livelli di alcune citochine durante un'infiammazione cronica. Pertanto i trattamenti antinfiammatori, come quello con Bimzelx, inibitore di IL-17A e IL-17F, possono risultare nella normalizzazione dei livelli di CYP450 con relativa minore esposizione a medicamenti metabolizzati da CYP450. Di conseguenza non può essere escluso un effetto clinicamente rilevante sui substrati del CYP450 con un indice terapeutico ristretto, nei quali la dose è aggiustata su base individuale (ad esempio warfarina). All'inizio della terapia con Bimzelx in pazienti trattati con questi tipi di medicamenti, deve essere preso in considerazione il monitoraggio terapeutico.

Le analisi dei dati farmacocinetici della popolazione hanno evidenziato che la clearance di bimekizumab non è stata ottenuta mediante la somministrazione concomitante di farmaci antireumatici modificanti la malattia convenzionali (cDMARD), compreso il metotrexato, o influenzata da una precedente esposizione a farmaci biologici.

Gravidanza, allattamento

Gravidanza

I dati relativi all'uso di Bimzelx in donne in gravidanza sono in numero limitato. Le donne in età fertile devono usare misure contraccettive efficaci durante il trattamento e per almeno 17 settimane dopo il trattamento. Gli studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti su gravidanza, sviluppo embrionale/fetale, parto o sviluppo postnatale (cfr. Dati preclinici). Bimzelx deve essere utilizzato durante la gravidanza solo se il beneficio per la madre è nettamente superiore al potenziale rischio per il feto.

Allattamento

Non è noto se Bimzelx sia escreto nel latte materno o se sia assorbito dal lattante a livello sistemico. La decisione se interrompere l'allattamento deve tenere in considerazione il beneficio dell'allattamento per lo sviluppo e la salute del bambino e la necessità clinica di una terapia con Bimzelx per la madre, nonché i possibili effetti negativi di Bimzelx sul bambino allattato al seno o la patologia di base della madre.

Fertilità

L'effetto di Bimzelx sulla fertilità umana non è stato valutato. Gli studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti sulla fertilità (cfr. Dati preclinici).

Effetti sulla capacità di condurre veicoli e sull'impiego di macchine

L'effetto di Bimzelx sulla capacità di guidare veicoli o sulla capacità di utilizzare macchine non è stato valutato specificamente.

Effetti indesiderati

Riassunto del profilo di sicurezza

Studi clinici

Panoramica

4821 pazienti totali sono stati trattati con bimekizumab nell'ambito di studi clinici in cieco e in aperto sulla psoriasi a placche, sull'artrite psoriasica (PsA) e sulla spondiloartrite assiale (nr-axSpA e SA), per un'esposizione totale di 8733,0 anni-paziente. Oltre 3900 di questi pazienti sono stati esposti a bimekizumab per almeno un anno. Il profilo di sicurezza complessivo di bimekizumab è coerente con tutte le indicazioni.

Gli effetti indesiderati (EI) segnalati con maggiore frequenza sono stati infezioni delle vie respiratorie superiori (14.5%, 14.6% e 16.3% per la psoriasi a placche [PSO], l'artrite psoriasica [PsA] e la axSpA) e candidiasi orale (7,3 %, 2,3 % e 3,7 % per PSO, PsA e axSpA).

Elenco degli effetti indesiderati

Gli effetti indesiderati di bimekizumab sono riportati in base alla classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA e alla frequenza, utilizzando la seguente convenzione:

«molto comune» (≥1/10),

«comune» (≥1/100, <1/10),

«non comune» (≥1/1000, <1/100)

«raro» (≥1/10000, <1/1000)

«molto raro» (<1/10000)

«non noto» (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)

Tabella 1. Elenco degli effetti collaterali negli studi clinici

Classificazione per sistemi e organi

Frequenza

Effetto collaterale

Infezioni e infestazioni

Molto comune (14,5%)

Infezioni delle vie respiratorie superiori

Comune

Candidiasi orale, infezioni da Tinea, infezioni dell'orecchio, infezioni da Herpes simplex, candidiasi orofaringea, gastroenterite, follicolite, candidiasi vulvovaginale

Non comune

Congiuntivite, candidiasi delle mucose e cutanea (inclusa candidiasi esofagea)

Patologie del sistema emolinfopoietico

Non comune

Neutropenia

Patologie del sistema nervoso

Comune

Cefalea

Patologie gastrointestinali

Non comune

Malattia infiammatoria intestinale

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Comune

Dermatite ed eczema, acne, eruzione cutanea

Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione

Comune

Reazioni in sede di iniezionea, stanchezza

a) includono: eritema, reazione, edema, dolore, gonfiore in sede di iniezione.

 

Descrizione di specifici effetti indesiderati e informazioni supplementari

Infezioni

Nel periodo di controllo con placebo degli studi clinici di Fase III sulla psoriasi a placche, sono state segnalate infezioni nel 36,0% dei pazienti trattati con bimekizumab per un massimo di 16 settimane rispetto al 22,5% dei pazienti trattati con placebo. La maggioranza delle infezioni consisteva in infezioni delle vie respiratorie superiori non gravi, da lievi a moderate, come rinofaringiti. Infezioni gravi si sono verificate nello 0,3% dei pazienti trattati con bimekizumab e nello 0% di quelli trattati con placebo. Sono state osservate percentuali più elevate di candidiasi orale e orofaringea nei pazienti trattati con bimekizumab, coerentemente con il meccanismo d'azione (rispettivamente 7,3% e 1,2% in confronto allo 0% dei pazienti trattati con placebo). La maggioranza dei casi era non grave, di entità lieve o moderata e non ha richiesto l'interruzione del trattamento.

Durante l'intero periodo di trattamento degli studi di Fase III sulla psoriasi a placche, sono state osservate infezioni nel 63,2% dei pazienti trattati con bimekizumab (120,4 per 100 anni-paziente). Infezioni gravi sono state segnalate nell'1,5% dei pazienti trattati con bimekizumab (1,6 per 100 anni-paziente) (cfr. Avvertenze e misure precauzionali).

I tassi di infezione osservati negli studi clinici di fase III per la PsA e l'axSpA (nr-axSpA e SA) erano simili ai tassi di infezione osservati per la psoriasi a placche, ad eccezione dei tassi di candidiasi orale e orofaringea nei pazienti trattati con bimekizumab, rispettivamente del 2,3 % e 0% per la PsA, e 3,7% e 0,3% per la axSpA in confronto allo 0% dei pazienti trattati con placebo.

Neutropenia

In studi clinici di fase III sulla psoriasi a placche è stata osservata l'insorgenza di neutropenia nei pazienti trattati con bimekizumab. Nel periodo di controllo con placebo di 16 settimane si è osservata neutropenia di grado 3/4 nello 0,6% dei pazienti trattati con bimekizumab e con placebo. Durante l'intero periodo di trattamento degli studi di Fase III, si è osservata neutropenia di grado 3/4 nell'1% dei pazienti trattati con bimekizumab.

La frequenza di neutropenia in studi clinici sulla PsA e sulla axSpA (nr-axSpA e SA) era paragonabile a quella osservata negli studi sulla psoriasi a placche.

La maggioranza dei casi è stata transitoria e non ha richiesto l'interruzione del trattamento. Nessuna infezione grave è stata associata a neutropenia.

Immunogenicità

Come tutte le proteine terapeutiche, bimekizumab è potenzialmente immunogeno. L'individuazione della formazione di anticorpi anti-farmaco dipende in larga misura dalla sensibilità e dalla specificità del saggio utilizzato. Inoltre, l'incidenza osservata dell'individuazione positiva di anticorpi anti-farmaco (inclusi gli anticorpi neutralizzanti) è influenzata da altri fattori quali il metodo di prova, la gestione del campione, il momento del campionamento, i farmaci concomitanti o la patologia di base. Per questi motivi, un confronto tra l'incidenza di anticorpi anti-bimekizumab e l'incidenza di anticorpi diretti contro altri preparati può essere fuorviante.

Psoriasi a placche

Circa il 45% dei pazienti affetti da psoriasi a placche trattati con bimekizumab fino a un massimo di 56 settimane alla dose raccomandata (320 mg ogni 4 settimane fino alla settimana 16 e successivamente 320 mg ogni 8 settimane) ha sviluppato anticorpi anti-farmaco. Dei pazienti che hanno sviluppato anticorpi anti-farmaco, circa il 34% (16% di tutti i pazienti trattati con bimekizumab) presentava anticorpi che sono stati classificati come neutralizzanti.

Artrite psoriasica

Circa il 31% dei pazienti affetti da artrite psoriasica trattati con bimekizumab alla dose raccomandata (160 mg ogni 4 settimane) fino alla settimana 16 ha sviluppato anticorpi anti-farmaco. Dei pazienti che hanno sviluppato anticorpi anti-farmaco, circa il 33% (10% di tutti i pazienti trattati con bimekizumab) presentava anticorpi che sono stati classificati come neutralizzanti. Alla settimana 52, circa il 47% dei pazienti affetti da artrite psoriasica dello studio BE OPTIMAL non trattati con un farmaco biologico antireumatico modificante la malattia (bDMARD), trattati con bimekizumab alla dose raccomandata (160 mg ogni 4 settimane), aveva sviluppato anticorpi anti-farmaco. Dei pazienti che hanno sviluppato anticorpi anti-farmaco, circa il 38% (18% di tutti i pazienti dello studio BE OPTIMAL trattati con bimekizumab) presentava anticorpi che sono stati classificati come neutralizzanti.

Spondiloartrite assiale (nr-axSpA e SA)

Circa il 57% dei pazienti affetti da nr-axSpA trattati con bimekizumab alla dose raccomandata (160 mg ogni 4 settimane) fino alla settimana 52 ha sviluppato anticorpi anti-farmaco. Dei pazienti che hanno sviluppato anticorpi anti-farmaco, circa il 44% (25% di tutti i pazienti trattati con bimekizumab) presentava anticorpi che sono stati classificati come neutralizzanti.

Circa il 44% dei pazienti affetti da SA trattati con bimekizumab alla dose raccomandata (160 mg ogni 4 settimane) fino alla settimana 52 ha sviluppato anticorpi anti-farmaco. Dei pazienti che hanno sviluppato anticorpi anti-farmaco, circa il 44% (20% di tutti i pazienti trattati con bimekizumab) presentava anticorpi che sono stati classificati come neutralizzanti.

In tutte le indicazioni, lo sviluppo di anticorpi anti-bimekizumab non ha avuto effetti clinici significativi sulla risposta clinica e non è stata stabilita una chiara correlazione tra immunogenicità ed eventi avversi legati al trattamento.

Ipersensibilità

Con gli inibitori di IL-17 sono state osservate gravi reazioni di ipersensibilità, comprese reazioni anafilattiche.

Pazienti anziani (età ≥65 anni)

I dati disponibili per questa fascia d'età sono in numero limitato. Nel periodo di controllo con placebo degli studi clinici di Fase III nei pazienti affetti da psoriasi a placche, è stata osservata candidiasi orale nel 18,2% dei pazienti di età ≥65 anni rispetto al 6,3% di quelli di età <65 anni, dermatite ed eczema nel 7,3% dei pazienti di età ≥65 anni rispetto al 2,8% di quelli di età <65 anni.

La notifica di effetti collaterali sospetti dopo l'omologazione del medicamento è molto importante. Consente una sorveglianza continua del rapporto rischio-beneficio del medicamento. Chi esercita una professione sanitaria è invitato a segnalare qualsiasi effetto indesiderato sospetto, nuovo o serio, attraverso il portale online ElViS (Electronic Vigilance System). Maggiori informazioni sul sito www.swissmedic.ch.

Posologia eccessiva

Negli studi clinici sono state somministrate singole dosi di 640 mg per via endovenosa o di 640 mg per via sottocutanea, seguite da 320 mg per via sottocutanea ogni due settimane per cinque dosi senza osservare la comparsa di tossicità dose-limitante. In caso di posologia eccessiva, si raccomanda di monitorare il paziente alla ricerca di eventuali segni o sintomi di reazioni avverse e di istituire immediatamente il trattamento sintomatico appropriato.

Proprietà/Effetti

Codice ATC

L04AC21

Meccanismo d'azione

Bimekizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato IgG1/κ che si lega selettivamente con elevata affinità alle citochine IL-17A, IL-17F e IL-17AF, bloccandone l'interazione con il complesso recettoriale IL-17RA/IL-17RC. Concentrazioni elevate di IL-17A e IL-17F sono coinvolte nella patogenesi di numerose malattie infiammatorie immuno-mediate, tra cui la psoriasi a placche, l'artrite psoriasica e la spondiloartrite assiale. L-17A e IL-17F collaborano e/o interagiscono con altre citochine infiammatorie nel causare un'infiammazione. IL-17F è prodotto in quantità significative dalle cellule del sistema immunitario congenito. Questa produzione può essere indipendente da IL-23. Bimekizumab inibisce le citochine pro-infiammatorie, portando alla normalizzazione dei livelli di infiammazione cutanea, a una significativa riduzione dell'infiammazione locale e sistemica, e a un conseguente miglioramento dei segni e dei sintomi clinici della psoriasi, dell'artrite psoriasica e della spondiloartrite assiale. In modelli in vitro è stato dimostrato che bimekizumab inibisce l'espressione genica, la produzione di citochine, la migrazione delle cellule infiammatorie e l'osteogenesi patologica associate alla psoriasi in misura maggiore rispetto alla sola inibizione di IL17A.

Farmacodinamica

Non sono stati effettuati studi ufficiali sulla farmacodinamica di bimekizumab.

Efficacia clinica

Psoriasi a placche

La sicurezza e l'efficacia di bimekizumab sono state valutate su 1480 pazienti con psoriasi a placche da moderata a severa in tre studi multicentrici di Fase III, randomizzati, controllati con placebo e/o comparatore attivo. I pazienti avevano almeno 18 anni di età, un punteggio dell'Indice di estensione e gravità della psoriasi (Psoriasis Area and Severity Index, PASI) ≥12, un punteggio di valutazione globale dello sperimentatore (Investigator's Global Assessment, IGA) ≥3 su una scala a 5 punti, un'area di superficie corporea di almeno il 10% affetta da psoriasi (BSA [Body Surface Area] ≥10%) ed erano candidati per la terapia sistemica della psoriasi e/o la fototerapia. L'efficacia e la sicurezza di bimekizumab sono state valutate rispetto a placebo e ustekinumab (BE VIVID – PS0009), rispetto a placebo (BE READY – PS0013) e rispetto ad adalimumab (BE SURE – PS0008).

Lo studio BE VIVID ha valutato 567 pazienti per 52 settimane. I pazienti sono stati randomizzati a ricevere bimekizumab (320 mg ogni 4 settimane), ustekinumab (45 mg o 90 mg, a seconda del peso del paziente, al basale e alla settimana 4 e, successivamente, ogni 12 settimane) o placebo per le prime 16 settimane, seguito da bimekizumab (320 mg ogni 4 settimane).

Lo studio BE READY ha valutato 435 pazienti per 56 settimane. I pazienti sono stati randomizzati a ricevere bimekizumab 320 mg ogni 4 settimane o placebo. Alla settimana 16 i pazienti che hanno ottenuto una risposta PASI 90 sono stati ammessi al periodo di sospensione randomizzato di 40 settimane. I pazienti inizialmente randomizzati a bimekizumab 320 mg ogni 4 settimane sono stati nuovamente randomizzati a ricevere bimekizumab 320 mg ogni 4 settimane, bimekizumab 320 mg ogni 8 settimane o placebo (cioè sospensione di bimekizumab). I pazienti inizialmente randomizzati al placebo hanno continuato a ricevere placebo, a condizione che avessero ottenuto una risposta PASI 90. I pazienti che non hanno ottenuto una risposta PASI 90 alla settimana 16 sono stati inseriti in un braccio di uscita in aperto e hanno ricevuto bimekizumab 320 mg ogni 4 settimane per 12 settimane. Anche i pazienti con recidiva (che non hanno raggiunto una risposta PASI 75) durante il periodo di sospensione randomizzato sono stati inseriti nel braccio di uscita di 12 settimane.

Lo studio BE SURE ha valutato 478 pazienti per 56 settimane. I pazienti sono stati randomizzati a ricevere bimekizumab 320 mg ogni 4 settimane fino alla settimana 56, bimekizumab 320 mg ogni 4 settimane fino alla settimana 16 seguito da bimekizumab 320 mg ogni 8 settimane fino alla settimana 56 o adalimumab come raccomandato nel riassunto delle caratteristiche del prodotto fino alla settimana 24, seguito da bimekizumab 320 mg ogni 4 settimane fino alla settimana 56.

Le caratteristiche al basale erano coerenti in tutti e 3 gli studi. La BSA mediana al basale dei pazienti affetti da psoriasi era del 20%, il punteggio PASI mediano al basale era 18 e il punteggio IGA al basale era indice di patologia severa nel 33% dei pazienti. I punteggi mediani al basale per dolore, prurito e desquamazione secondo il Diario dei sintomi del paziente (Patient Symptoms Diary, PSD) erano compresi tra 6 e 7 su una scala da 0 a 10 punti, il punteggio complessivo mediano al basale dell'Indice dermatologico della qualità di vita (Dermatology Life Quality Index, DLQI) era 9.

In tutti e 3 gli studi, il 38% dei pazienti aveva ricevuto in precedenza una terapia biologica; il 23% aveva ricevuto almeno un agente anti-IL17 e il 13% aveva ricevuto almeno un farmaco anti-TNF. Il 22% era naïve a qualsiasi terapia sistemica (compresi principi attivi non biologici e biologici) e il 39% dei pazienti aveva ricevuto in precedenza fototerapia o fotochemioterapia.

L'efficacia di bimekizumab è stata valutata in relazione all'impatto sulla malattia della pelle generale, su specifiche parti del corpo (cuoio capelluto, unghie, palmi delle mani e piante dei piedi) e sui sintomi riferiti dal paziente e all'impatto sulla qualità della vita. I due endpoint co-primari in tutti e 3 gli studi erano la percentuale di pazienti che hanno ottenuto 1) una risposta PASI 90 e 2) una risposta IGA «Libera da lesioni o quasi libera da lesioni» (IGA 0/1 con almeno due punti di miglioramento dal basale) alla settimana 16. Una risposta PASI 100 e IGA 0 alla settimana 16 e una risposta PASI 75 alla settimana 4 erano gli endpoint secondari in tutti e 3 gli studi.

Malattia della pelle generale

Il trattamento con bimekizumab ha determinato un miglioramento significativo degli endpoint di efficacia rispetto a placebo, ustekinumab o adalimumab alla settimana 16. I risultati di efficacia sono riportati nella Tabella 2.

Tabella 2. Riassunto delle risposte cliniche in BE VIVID, BE READY e BE SURE

 

BE VIVID

BE READY

BE SURE

 

Placebo

(n = 83)

n (%)

BKZ 320 mg Q4S

(n = 321)

n (%)

Ustekinumab

(n = 163)

n (%)

Placebo

(n = 86)

n (%)

BKZ 320 mg Q4S

(n = 349)

n (%)

BKZ 320 mg Q4S

(n = 319)

n (%)

Adalimumab

(n = 159)

n (%)

PASI 100

Settimana 16

0 (0,0)

188 (58,6)a

34 (20,9)

1 (1,2)

238 (68,2)a

194 (60,8)a

38 (23,9)

PASI 90

Settimana 16

4 (4,8)

273 (85,0)a, b

81 (49,7)

1 (1,2)

317 (90,8)a

275 (86,2)a

75 (47,2)

PASI 75

Settimana 4

Settimana 16

2 (2,4)

6 (7,2)

247 (76,9)a, b

296 (92,2)

25 (15,3)

119 (73,0)

1 (1,2)

2 (2,3)

265 (75,9)a

333 (95,4)

244 (76,5)a

295 (92,5)

50 (31,4)

110 (69,2)

IGA 0

Settimana 16

0 (0,0)

188 (58,6)a

36 (22,1)

1 (1,2)

243 (69,6)a

-

-

IGA 0/1

Settimana 16

4 (4,8)

270 (84,1)a, b

87 (53,4)

1 (1,2)

323 (92,6)a

272 (85,3)a

91 (57,2)

PASI assoluto ≤2

Settimana 16

3 (3,6)

273 (85,0)

84 (51,5)

1 (1,2)

315 (90,3)

280 (87,8)

86 (54,1)

Dolore PSD (n)

Settimana 16

(n = 54)

9 (16,7)

(n = 229)

177 (77,3)a

(n = 107)

73 (68,2)

(n = 67)

6 (9,0)

(n = 255)

201 (78,8)a

-

-

Prurito PSD (n)

Settimana 16

(n = 61)

8 (13,1)

(n = 244)

187 (76,6)a

(n = 117)

77 (65,8)

(n = 72)

4 (5,6)

(n = 278)

210 (75,5)a

-

-

Desquamazione PSD (n)

Settimana 16

(n = 63)

8 (12,7)

(n = 246)

193 (78,5)a

(n = 116)

69 (59,5)

(n = 70)

4 (5,7)

(n = 286)

223 (78,0)a

-

-

 

BKZ 320 mg Q4S = bimekizumab ogni 4 settimane. È utilizzata l'imputazione dei non responder (Non-Responder Imputation, NRI).

Risposta IGA 0/1 definita come Libera da lesioni (0) o quasi libera da lesioni (1) con un miglioramento di almeno 2 categorie rispetto al basale alla settimana 16. La risposta IGA 0 era definita come Libera da lesioni con un miglioramento di almeno 2 categorie rispetto al basale alla settimana 16.

PSD indica il Diario dei sintomi del paziente (Patient Symptoms Diary). La risposta PSD è definita come una variazione pari o superiore a una soglia prestabilita (rispettivamente 1,98, 2,39 e 2,86 per dolore, prurito e desquamazione ) rispetto al basale fino alla settimana 16.

a) p <0,001 rispetto al placebo (BE VIVID e BE READY) rispetto ad adalimumab (BE SURE), aggiustato per la molteplicità.

b) p <0,001 rispetto a ustekinumab (BE VIVID), aggiustato per la molteplicità.

Il trattamento con bimekizumab è stato associato a un rapido inizio di efficacia. Nello studio BE VIVID, alla settimana 2 e alla settimana 4 i tassi di risposta PASI 90 erano più alti per i pazienti trattati con bimekizumab (rispettivamente 12,1% e 43,6%) rispetto al placebo (rispettivamente 1,2% e 2,4%) e ustekinumab (rispettivamente 1,2% e 3,1%).

Figura 1. Tassi di responder PASI 90 nel corso del tempo nello studio BE VIVID

Bild 1

BKZ = bimekizumab, Uste = ustekinumab; è utilizzata la NRI.

N.B.: i pazienti del gruppo trattato con placebo/BKZ sono passati dal placebo a BKZ nella fase di trattamento di mantenimento a partire dalla settimana 16.

Nello studio BE VIVID, alla settimana 52, i pazienti trattati con bimekizumab hanno raggiunto tassi di risposta più alti rispetto ai pazienti trattati con ustekinumab per PASI 90 (81,6% con bimekizumab vs 55,8% con ustekinumab, p <0,001), IGA 0/1 (77,9% con bimekizumab vs 60,7% con ustekinumab, p <0,001) e PASI 100 (64,2% con bimekizumab vs 38,0% con ustekinumab).

Nello studio BE SURE alla settimana 24, una percentuale maggiore di pazienti trattati con bimekizumab ha raggiunto risposte PASI 90 e IGA 0/1 rispetto ad adalimumab (rispettivamente 85,6% e 86,5% vs 51,6% e 57,9%, p <0,001). Tra i 65 non responder ad adalimumab alla settimana 24 ( settimane di trattamento con bimekizumab. Il profilo di sicurezza osservato nei pazienti che sono passati da adalimumab a bimekizumab non ha prodotto nuove evidenze. Alla settimana 56, il 70,2% dei pazienti trattati con bimekizumab ha raggiunto una risposta PASI 100.

Figura 2. Tassi di responder PASI 90 nel corso del tempo nello studio BE SURE

Bild 3

BKZ 320 mg Q4S = bimekizumab ogni 4 settimane; BKZ 320 mg Q8S = bimekizumab ogni 8 settimane; ADA = adalimumab.

N.B.: sono indicati solo i pazienti che hanno ricevuto bimekizumab alla settimana 24 o successivamente. Pazienti nel gruppo BKZ Q4S/Q8S passati dal dosaggio Q4S a Q8S alla settimana 16. Pazienti nel gruppo ADA/BKZ 320 mg Q4S passati da ADA a BKZ Q4S alla settimana 24. È utilizzata la NRI.

L'efficacia di bimekizumab è stata dimostrata a prescindere da età, sesso, razza, durata della malattia, peso corporeo, gravità del PASI al basale e precedente trattamento con un farmaco biologico. Bimekizumab è stato efficace in pazienti precedentemente esposti a farmaci biologici, compresi anti-TNF/anti-IL17, e in pazienti naïve al trattamento sistemico. Sulla base dell'analisi farmacocinetica/farmacodinamica (PK/PD) di popolazione e con il supporto dei dati clinici, i pazienti con peso corporeo più elevato (≥120 kg) che non hanno raggiunto la clearance cutanea completa alla settimana 16, hanno tratto beneficio dal proseguimento del trattamento con bimekizumab 320 mg ogni quattro settimane (Q4S) dopo le prime 16 settimane di trattamento.

Nello studio BE SURE, i pazienti hanno ricevuto bimekizumab 320 mg Q4S fino alla settimana 16, seguito da una somministrazione Q4S o ogni 8 settimane (Q8S) fino alla settimana 56, a prescindere dallo stato di responder alla settimana 16. I pazienti nel gruppo ≥120 kg (N=37) con regime di mantenimento Q4S hanno mostrato una risposta PASI100 maggiore tra la settimana 16 (23,5%) e la settimana 56 (70,6%) rispetto a quelli con regime di mantenimento Q8S (settimana 16: 45,0% vs settimana 56: 60,0%).

Mantenimento della risposta

Tabella 3. Mantenimento delle risposte alla settimana 52 nei responder alla settimana 16*

PASI 100

PASI 90

IGA 0/1

PASI assoluto ≤2

BKZ 320 mg Q4S/Q4S
(n = 355)

n (%)

BKZ 320 mg Q4S/Q8S
(n = 182)

n (%)

BKZ 320 mg Q4S/Q4S
(n = 516)

n (%)

BKZ 320 mg Q4S/Q8S
(n = 237)

n (%)

BKZ 320 mg Q4S/Q4S
(n = 511)

n (%)

BKZ 320 mg Q4S/Q8S
(n = 234)

n (%)

BKZ 320 mg Q4S/Q4S

(n = 511)

n (%)

BKZ 320 mg Q4S/Q8S
(n = 238)

n (%)

295 (83,1)

161 (88,5)

464 (89,9)

214 (90,3)

447 (87,5)

214 (91,5)

460 (90,0)

215 (90,3)

 

* Analisi integrata di BE VIVID, BE READY e BE SURE. È utilizzata la NRI.

BKZ 320 mg Q4S: bimekizumab 320 mg ogni 4 settimane, seguito da bimekizumab 320 mg ogni 4 settimane a partire dalla settimana 16.

BKZ 320 mg Q8S: bimekizumab 320 mg ogni 4 settimane, seguito da bimekizumab 320 mg ogni 8 settimane a partire dalla settimana 16.

Durata della risposta PASI 90 (dopo l'interruzione di bimekizumab)

Figura 3. Tassi di responder PASI 90 nel tempo per responder PASI 90 alla settimana 16 – periodo di sospensione randomizzata in BE READY

Bild 5

È utilizzata la NRI.

In BE READY, per i responder PASI 90 alla settimana 16 che sono stati nuovamente randomizzati al placebo e ritirati da bimekizumab, il tempo mediano alla recidiva, definito come perdita di risposta PASI 75, è stato di circa 28 settimane (32 settimane dopo l'ultima dose di bimekizumab). Di questi pazienti, l'88,1% ha riottenuto una risposta PASI 90 entro 12 settimane dalla ripresa del trattamento con bimekizumab 320 mg ogni 4 settimane.

Singole regioni corporee

Alla settimana 16 degli studi BE VIVID e BE READY, nei pazienti trattati con bimekizumab sono stati osservati miglioramenti significativi della psoriasi su cuoio capelluto, unghie, palmi delle mani e piante dei piedi rispetto al placebo (cfr. Tabella 4).

Tabella 4. Risposte per singole regioni corporee in BE VIVID e BE READY alla settimana 16

 

BE VIVID

BE READY

 

Placebo

BKZ 320 mg Q4S

Ustekinumab

Placebo

BKZ 320 mg Q4S

IGA cuoio capelluto (n)a

IGA cuoio capelluto 0/1, n (%)

(72)

11 (15,3)

(285)

240 (84,2) b

(146)

103 (70,5)

(74)

5 (6,8)

(310)

286 (92,3) b

IGA pp (n)a

IGA pp 0/1, n (%)

(29)

7 (24,1)

(105)

85 (81,0)

(47)

39 (83,0)

(31)

10 (32,3)

(97)

91 (93,8)

mNAPSI 100 (n)a

mNAPSI 100, n (%)

(51)

4 (7,8)

(194)

57 (29,4)

(109)

15 (13,8)

(50)

3 (6,0)

(210)

73 (34,8)

 

È utilizzata la NRI.

a) Include solo pazienti con una valutazione globale dello sperimentatore (IGA) per il cuoio capelluto pari o superiore a 2, un IGA palmoplantare pari o superiore a 2 e un punteggio dell'Indice di gravità della psoriasi delle unghie modificato (modified Nail Psoriasis and Severity Index, mNAPSI) >0 al basale. Le risposte IGA 0/1 cuoio capelluto e IGA 0/1 pp sono state definite come libera da lesioni (0) o quasi libera da lesioni (1) con un miglioramento ≥2 categorie rispetto al basale.

b) p <0,001 rispetto a placebo, aggiustato per la molteplicità.

Le risposte IGA cuoio capelluto e IGA palmoplantare nei pazienti trattati sono state mantenute fino alla settimana 52/56. La psoriasi delle unghie ha continuato a migliorare oltre la settimana 16. In BE VIVID, alla settimana 52, una maggiore percentuale dei pazienti trattati con bimekizumab ha raggiunto una clearance completa delle lesioni ungueali (mNAPSI 100) rispetto ai pazienti trattati con ustekinumab (60,3% rispetto a 40,4%). In BE READY, alla settimana 56, il 67,7% e il 69,8% dei responder PASI 90 alla settimana 16 ha ottenuto una clearance completa delle lesioni ungueali rispettivamente con bimekizumab 320 mg ogni 8 settimane e bimekizumab 320 mg ogni 4 settimane.

Qualità della vita correlata alla salute/Esiti riferiti dal paziente

In tutti e 3 gli studi, una percentuale maggiore di pazienti trattati con bimekizumab non ha manifestato alcun impatto della psoriasi sulla propria qualità della vita, misurata tramite l'Indice dermatologico della qualità di vita (Dermatology Life Quality Index, DLQI), rispetto ai pazienti trattati con placebo o comparatore attivo alla settimana 16.

In BE READY, la percentuale dei pazienti con DLQI 0/1 (nessun impatto della psoriasi sulla qualità della vita correlata alla salute) alla settimana 16 è stata rispettivamente del 75,6% nel gruppo trattato con bimekizumab e del 5,8% nel gruppo trattato con placebo.

In BE VIVID, i tassi di risposta DLQI 0/1 alla settimana 16 sono stati rispettivamente del 67,3%, 42,3% e 12,0% nei gruppi trattati con bimekizumab, ustekinumab e placebo. I tassi di risposta DLQI 0/1 hanno continuato ad aumentare oltre la settimana 16 e poi sono stati mantenuti fino alla settimana 52 (74,8 % nei pazienti trattati con bimekizumab 320 mg Q4S).

In BE SURE, i tassi di risposta DLQI 0/1 alla settimana 16 sono stati rispettivamente del 63,0% e 46,5% nei gruppi trattati con bimekizumab e adalimumab. I tassi di risposta DLQI 0/1 alla settimana 56 sono stati del 78,9% nei pazienti trattati con bimekizumab 320 mg Q8S e del 74,1% nei pazienti trattati con bimekizumab 320 mg Q4S.

Artrite psoriasica (PsA)

La sicurezza e l'efficacia di bimekizumab sono state valutate in 1112 pazienti adulti (di almeno 18 anni di età) affetti da artrite psoriasica attiva (PsA) nell'ambito di due studi multicentrici, randomizzati, doppio cieco, controllati verso placebo (PA0010 – BE OPTIMAL e PA0011 – BE COMPLETE). Lo studio BE OPTIMAL comprendeva un braccio con trattamento di riferimento attivo (adalimumab) (N = 140).

In entrambi gli studi, ai pazienti era stata diagnosticata da almeno 6 mesi un'artrite psoriasica attiva secondo i criteri CASPAR (Classification Criteria for Psoriatic Arthritis) e la malattia era attiva con un numero di articolazioni sensibili alla pressione (numero di articolazioni dolenti, TJC) ≥3 e un numero di articolazioni gonfie (SJC) ≥3. Ai pazienti era stata diagnosticata la PsA in media da 3,6 anni in BE OPTIMAL e da 6,8 anni in BE COMPLETE. In questi studi sono stati inclusi pazienti con tutti i sottotipi di PsA, tra cui artrite simmetrica poliarticolare, artrite asimmetrica oligoarticolare, artrite delle articolazioni interfalangee distali, spondilite predominante e artrite mutilante. Al basale, il 55,9% dei pazienti presentava una superficie corporea (BSA) con psoriasi a placche attiva ≥3%. Al basale, il 10,4% dei pazienti presentava psoriasi a placche da moderata a grave, e rispettivamente il 31,9 % e il 12,3% presentava entesite e dattilite. L'endpoint primario di efficacia in entrambi gli studi era una risposta ACR (American College of Rheumatology) 50 alla settimana 16.

Gli endpoint secondari più importanti alla settimana 16 in entrambi gli studi erano i seguenti: variazione rispetto al basale sul questionario Health Assessment Questionnaire - Disability Index (cfB HAQ-DI), riduzione dell'area psoriasica e dell'indice di gravità del 90% rispetto al basale (PASI90), variazione rispetto al basale del punteggio del questionario Short Form 36-item Health Survey (SF-36) Physical Component Summary (PCS), risposta all'attività minima della malattia (MDA), nonché condizione di assenza entesite e dattilite, sulla base dei dati aggregati di entrambi gli studi. Nello studio BE OPTIMAL, la variazione rispetto al basale del punteggio Van der Heijde modified Total Sharp Score (vdHmTSS) era un endpoint secondario altrettanto importante.

Nello studio BE OPTIMAL sono stati esaminati 852 pazienti che non avevano ricevuto precedentemente un farmaco biologico antireumatico modificante la malattia (bDMARD) per il trattamento dell'artrite psoriasica o della psoriasi. I pazienti sono stati randomizzati (3:2:1) e hanno ricevuto 160 mg di bimekizumab ogni 4 settimane fino alla settimana 52 o placebo fino alla settimana 16, seguiti da 160 mg di bimekizumab ogni 4 settimane fino alla settimana 52 o un braccio di riferimento attivo (40 mg di adalimumab ogni 2 settimane) fino alla settimana 52. In questo studio, il 78,3% dei pazienti aveva ricevuto un trattamento preliminare con ≥1 cDMARD, mentre il 21,7% non aveva ricevuto alcun trattamento preliminare con cDMARD. Al basale, il 58,2% dei pazienti ha ricevuto contemporaneamente metotrexato (MTX), l'11,3% ha ricevuto contemporaneamente cDMARD diversi dal metotrexato e il 30,5% non ha ricevuto alcun cDMARD.

Nello studio BE COMPLETE, sono stati inclusi 400 pazienti che non erano stati adeguatamente trattati con uno o due inibitori del fattore di necrosi tumorale alfa (anti-TNFα-IR) per il trattamento dell'artrite psoriasica o della psoriasi (mancanza di efficacia) o non li avevano tollerati. I pazienti sono stati randomizzati (2:1) a ricevere 160 mg di bimekizumab ogni 4 settimane o placebo fino alla settimana 16. Al basale, il 42,5% dei pazienti ha ricevuto contemporaneamente MTX, l'8,0% ha ricevuto contemporaneamente cDMARD diversi dal MTX e il 49,5% non ha ricevuto alcun cDMARD. In questo studio, il 76,5% dei partecipanti ha risposto in modo insufficiente a un inibitore del TNFα, l'11,3% ha risposto in modo insufficiente a due inibitori del TNFα e il 12,3% non ha tollerato l'inibitore del TNFα.

Segni e sintomi

Nei pazienti naïve ai bDMARD (BE OPTIMAL) e trattati con anti-TNFα-IR (BE COMPLETE), il trattamento con bimekizumab rispetto al placebo ha portato, alla settimana 16, a un miglioramento significativo dei sintomi e dell'attività della malattia, facendo riscontrare tassi di risposta paragonabili in entrambe le popolazioni di pazienti (vedere Tabella 5). Nella valutazione secondo ACR 50, MDA e PASI 90, la risposta clinica in BE OPTIMAL si è mantenuta fino alla settimana 52.

Tabella 5. Risposta clinica negli studi BE OPTIMAL e BE COMPLETE

 

BE OPTIMAL (naïve ai bDMARD)

BE COMPLETE (trattati con anti-TNFα-IR)

 

Placebo

(N = 281)

n (%)

BKZ 160 mg Q4S

(N = 431)

n (%)

Differenza rispetto al placebo (IC al 95%)(d)

Trattamento di riferimento(e) (adalimumab)

(N = 140)

n (%)

Placebo

(N = 133)

n (%)

BKZ 160 mg Q4S

(N = 267)

n (%)

Differenza rispetto al placebo (IC al 95%)(d)

ACR 50

 

 

 

 

 

 

 

Settimana 16

Settimana 24

Settimana 52

28 (10,0)

-

189 (43,9)*

196 (45,5)

235 (54,5)

33,9 (27,4; 40,4)

64 (45,7)

66 (47,1)

70 (50,0)

9 (6,8)

116 (43,4)*

36,7 (27,7; 45,7)

MDA(a)

 

 

 

 

 

 

 

Settimana 16

Settimana 24

Settimana 52

37 (13,2)

-

194 (45,0)*

209 (48,5)

237 (55,0)

31,8 (25,2; 38,5)

63 (45,0)

67 (47,9)

74 (52,9)

8 (6,0)

118 (44,2)*

38,2 (29,2; 47,2)

Pazienti con BSA ≥3%

(N = 140)

(N = 217)

 

(N = 68)

(N = 88)

(N = 176)

 

PASI 90

 

 

 

 

 

 

 

Settimana 16

Settimana 24

Settimana 52

4 (2,9)

-

133 (61,3)*

158 (72,8)

155 (71,4)

58,4 (49,9; 66,9)

28 (41,2)

32 (47,1)

41 (60,3)

6 (6,8)

121 (68,8)*

61,9 (51,5; 72,4)

Pazienti con LDI >0(b)

(N = 47)

(N = 90)

 

 

 

Assenza di dattilite(b)

Settimana 16

24 (51,1)

68 (75,6)***

24,5 (8,4; 40,6)

 

Pazienti con LEI >0(c)

(N = 106)

(N = 249)

 

 

Assenza di entesite(c)

Settimana 16

37 (34,9)

124 (49,8)**

14,9 (3,7; 26,1)

 

 

 

BKZ 160 mg Q4S = bimekizumab 160 mg ogni 4 settimane. IC = intervallo di confidenza. NC = non calcolabile.

(a) Un paziente era classificato come avente attività minima della malattia (MDA) soddisfaceva 5 dei 7 criteri seguenti: numero di articolazioni sensibili alla pressione <1; numero di articolazioni gonfie <1; Psoriasis Activity and Severity Index (PASI) <1 o superficie corporea <3; dolore indicato dal paziente sulla scala analogica visiva (VAS) <15; attività globale della malattia del paziente sulla VAS <20; Health Assessment Questionnaire Disability Index (HAQDI) <0,5; punti dolorosi entesitici <1.

(b) Sulla base di dati aggregati degli studi BE OPTIMAL e BE COMPLETE per i pazienti con Leeds Dactylitis Index (LDI) >0 al basale. Assenza di dattilite indica un valore LDI = 0

(c) Sulla base di dati aggregati degli studi BE OPTIMAL e BE COMPLETE per i pazienti con Leeds Enthesitis Index (LEI) >0 al basale. Assenza di entesite indica un valore LEI = 0

(d) Sono riportate le differenze non corrette.

(e) Non è stato effettuato un confronto statistico con bimekizumab o placebo.

* p <0,001 rispetto al placebo, rettificato per la molteplicità. ** p = 0,008 rispetto al placebo, rettificato per la molteplicità. *** p = 0,002 rispetto al placebo, rettificato per la molteplicità. È utilizzata la NRI. Gli altri endpoint alla settimana 16 e tutti gli endpoint alle settimane 24 e 52 non facevano parte della gerarchia di test sequenziali, e tutti i confronti sono nominali.

In BE OPTIMAL, i risultati sono stati paragonabili per i pazienti trattati con cDMARD (ACR50 alla settimana 16: bimekizumab 160 mg Q4S: 43.5%, placebo: 9,5%).

In BE OPTIMAL, per ciascuna delle componenti dell'ACR è stato osservato un miglioramento rispetto al basale con bimekizumab alla settimana 16, che si è mantenuto fino alla settimana 52.

La risposta al trattamento con bimekizumab alla settimana 4 per ACR 50 è stata significativamente più elevata rispetto al placebo (BE OPTIMAL 17,6% rispetto a 3,2%, p nominale <0,001; BE COMPLETE 16,1% rispetto a 1,5%, p nominale <0,001).

Nell'87,2% dei pazienti trattati con bimekizumab che hanno raggiunto la risposta ACR 50 alla settimana 16 in BE OPTIMAL, tale risposta si è mantenuta fino alla settimana 52.

L'efficacia e la sicurezza di bimekizumab sono state dimostrate indipendentemente da età, sesso, etnia, peso corporeo al basale, grado di coinvolgimento della psoriasi al basale, PCR al basale, durata della malattia e uso precedente di cDMARD. In entrambi gli studi è stata osservata una risposta paragonabile a bimekizumab, indipendentemente dal fatto che i pazienti avessero contemporaneamente ricevuto o meno cDMARD, incluso il MTX.

Risposta radiologica

In BE OPTIMAL è stata valutata l'inibizione della progressione del danno strutturale sia radiologicamente, sia come variazione del punteggio Van der Heijde Modified Total Sharp Score (vdHmTSS) e delle relative componenti, del punteggio Erosion Score (ES) e del punteggio Joint Space Narrowing Score (JSN) alla settimana 16 rispetto al basale (vedere Tabella 6).

Tabella 6. Variazione del punteggio vdHmTSS in BE OPTIMAL alla settimana 16

 

Placebo

BKZ 160 mg Q4S

Differenza rispetto al placebo (IC al 95%)a)

Popolazione con hs-CRP aumentata e/o almeno 1 erosione ossea al basale

(N = 227)

(N = 361)

 

Variazione media rispetto al basale (ES)

0,36 (0,10)

0,04 (0,05)*

–0,32 (–0,35; –0,30)

Popolazione totale

(N = 269)

(N = 420)

 

Variazione media rispetto al basale (ES)

0,32 (0,09)

0,04 (0,04)*

–0,26 (–0,29; –0,23)

 

*p = 0,001 rispetto al placebo. Valori p basati su imputazione basata sul riferimento utilizzando la differenza nella media dei minimi quadrati in un modello ANCOVA con il trattamento, l'erosione ossea al basale e la regione come effetti fissi e il punteggio al basale come covariata.

I dati aggregati per la settimana 16 si basano sul primo valore dell'analisi primaria.

a) Sono riportate le differenze non corrette.

Bimekizumab ha inibito significativamente la progressione del danno articolare fino alla settimana 16 sia nella popolazione con hs-CRP aumentata e/o almeno una erosione ossea al basale, sia nella popolazione totale rispetto al placebo. Mentre l'imputazione basata sul riferimento è stata stabilita come metodo per gestire i dati mancanti nel test statistico per confrontare bimekizumab e placebo, le variazioni rispetto al basale nella popolazione con hs-CRP aumentata e/o almeno una erosione ossea al basale e nella popolazione totale alla settimana 16 nel braccio bimekizumab (variazione media rispetto al basale: 0,01 e 0,01) e nel braccio adalimumab (variazione media rispetto al basale: –0,05 e –0,03) sono state calcolate anche mediante imputazione multipla standard. La progressione del danno articolare è stata inibita sia nella popolazione con CRP-hs aumentata e/o almeno una erosione ossea al basale, sia nella popolazione totale fino alla settimana 52, nel braccio bimekizumab (variazione media rispetto al basale: 0,10 e 0,10) e nel braccio adalimumab (variazione media rispetto al basale: –0,17 e –0,12).

La percentuale osservata di pazienti che dalla randomizzazione alla settimana 52 non presentavano una progressione radiologicamente rilevabile del danno articolare (definita come una variazione del punteggio mTSS ≤0,5 rispetto al basale) nella popolazione con hs-CRP aumentata e/o almeno una erosione ossea era del 87,9% (N = 276/314) per bimekizumab e dell'84,8% (N = 168/198) per i partecipanti allo studio trattati con placebo e passati a bimekizumab, nonché del 94,1% (N = 96/102) per adalimumab. Tassi paragonabili sono stati osservati nella popolazione totale (89,3% [N = 326/365] per bimekizumab e 87,3% [N = 207/237] per i partecipanti allo studio trattati con placebo e passati a bimekizumab, nonché 94,1% [N = 111/118] per adalimumab).

Funzionalità fisica e altri risultati relativi alla salute

Sia i pazienti naïve ai bDMARD (BE OPTIMAL), sia quelli trattati con anti-TNFα-IR (BE COMPLETE), trattati con bimekizumab, hanno mostrato un miglioramento significativo della funzionalità fisica alla settimana 16 rispetto al basale, a confronto con i pazienti trattati con placebo (p <0,001), valutati in base all'HAQ-DI (variazione della media dei minimi quadrati rispetto al basale: –0,3 vs –0,1 in BE OPTIMAL e –0,3 vs 0 in BE COMPLETE). In entrambi gli studi, una percentuale maggiore di pazienti nel gruppo trattato con bimekizumab ha raggiunto una riduzione clinicamente significativa del valore HAQ-DI di almeno 0,35 rispetto al basale rispetto al gruppo trattato con placebo alla settimana 16.

I pazienti trattati con bimekizumab hanno mostrato un miglioramento significativo del punteggio del questionario Short Form-36 item Health Survey Physical Component Summary (SF-36 PCS) alla settimana 16 rispetto al placebo (variazione della media dei minimi quadrati rispetto al basale: 6,3 vs 1,9, p <0,001 in BE OPTIMAL e 6,2 vs 0,1, p <0,001 in BE COMPLETE).

In entrambi gli studi, i pazienti trattati con bimekizumab hanno riportato una significativa riduzione dell'astenia rispetto al basale alla settimana 16 rispetto al gruppo placebo, misurata secondo il punteggio FACIT (Functional Assessment of Chronic Illness Therapy) per l'astenia. Rispetto al gruppo trattato con placebo, il gruppo trattato con bimekizumab ha anche mostrato un miglioramento significativo dei punteggi del questionario Psoriasis-Arthritis-Impact-of-Disease-12 (PsAID-12) rispetto al basale alla settimana 16.

Nei pazienti con coinvolgimento assiale al basale, circa il 74% dei pazienti (definiti come aventi un valore BASDAI [Bath Ankylosing Spondylitis Disease Activity Index] ≥4) ha ottenuto un miglioramento del valore BASDAI alla settimana 16 maggiore rispetto al basale, a confronto con il placebo.

I miglioramenti ottenuti fino alla settimana 16 in tutte le misure della funzionalità fisica e altri risultati relativi alla salute sopra menzionati (HAQ-DI, SF-36 PCS, FACIT per l'astenia, PsAID-12 e BASDAI) si sono mantenuti fino alla settimana 52 in BE OPTIMAL.

Nello studio BE OPTIMAL, il 65,5% dei pazienti trattati con bimekizumab ha raggiunto una completa assenza di sintomi nelle unghie alla settimana 52 (guarigione mNAPSI nei pazienti con un valore mNAPSI superiore a 0 al basale).

Spondiloartrite assiale (nr-axSpA e SA)

La sicurezza e l'efficacia di bimekizumab sono state valutate in 586 pazienti adulti (di età pari o superiore a 18 anni) con spondiloartrite assiale (axSpA) attiva nell'ambito di due studi multicentrici, randomizzati, doppio cieco, controllati verso placebo; uno per la spondiloartrite assiale non radiologica (nr-axSpA) e uno per la spondilite anchilosante (SA), denominata anche spondiloartrite assiale radiologica (axSpA). L'endpoint primario in entrambi gli studi era la percentuale di pazienti che raggiungevano una risposta ASAS (Assessment of SpondyloArthritis International Society) 40 alla settimana 16. Entrambi i gruppi di pazienti hanno ottenuto risultati concordanti.

Nello studio BE MOBILE 1 (AS0010) sono stati valutati 254 pazienti con nr-axSpA attiva. I pazienti presentavano una axSpA (età <45 anni all'esordio dei sintomi) che soddisfaceva i criteri di classificazione dell'ASAS e una malattia attiva, definita come indice Bath Ankylosing Spondylitis Disease Activity Index (BASDAI) ≥4 e dolore spinale ≥4 su una scala numerica da 0 a 10 (secondo BASDAI, domanda 2), nonché assenza di segni di alterazioni radiologicamente rilevabili nelle articolazioni sacroiliache che soddisfacessero i criteri modificati della classificazione di New York per la SA. I pazienti mostravano inoltre segni oggettivi di infiammazione, accertati tramite proteina C-reattiva (PCR) aumentata e/o evidenza di sacroiliite alla risonanza magnetica per immagini (MRI), nonché una risposta insufficiente a due diversi farmaci antireumatici steroidei (farmaci antinfiammatori non steroidei, FANS) o un'intolleranza o controindicazione ai FANS all'anamnesi. I pazienti sono stati randomizzati (1:1) e hanno ricevuto 160 mg di bimekizumab ogni 4 settimane fino alla settimana 52 o placebo fino alla settimana 16, seguiti da 160 mg di bimekizumab ogni 4 settimane fino alla settimana 52. La durata media dei sintomi di nr-axSpA all'inizio dello studio era di 9 anni (mediana: 5,5 anni). Il 10,6% dei pazienti era stato precedentemente trattato con un agente anti-TNFα.

Nello studio BE MOBILE 2 (AS0011) sono stati valutati 332 pazienti con SA attiva con evidenza radiologica documentata (radiografie) che soddisfacevano i criteri modificati della classificazione di New York per la SA. I pazienti presentavano una malattia attiva, definita come BASDAI ≥4 e dolore spinale ≥4 su una scala numerica da 0 a 10 (secondo BASDAI, domanda 2). I pazienti dovevano aver risposto in modo insufficiente a 2 diversi FANS in passato o avere un'intolleranza o una controindicazione ai FANS. I pazienti sono stati randomizzati (2:1) e hanno ricevuto 160 mg di bimekizumab ogni 4 settimane fino alla settimana 52 o placebo fino alla settimana 16, seguiti da 160 mg di bimekizumab ogni 4 settimane fino alla settimana 52. La durata media dei sintomi di SA all'inizio dello studio era di 13,5 anni (mediana: 11 anni). Il 16,3% dei pazienti era stato precedentemente trattato con un agente anti-TNFα.

Risposta clinica

Il trattamento con bimekizumab ha prodotto un miglioramento significativo dei sintomi e dell'attività della malattia sia nel gruppo con nr-axSpA che in quello con SA rispetto al placebo alla settimana 16 (vedere Tabella 7). La risposta clinica si è mantenuta nella valutazione di tutti gli endpoint presentati nella Tabella 7 in entrambi i gruppi di pazienti fino alla settimana 52.

Tabella 7. Risposta clinica in BE MOBILE 1 e BE MOBILE 2

 

BE MOBILE 1 (nr-axSpA)

BE MOBILE 2 (SA)

 

Placebo

(N = 126)

n (%)

BKZ 160 mg Q4S

(N = 128)

n (%)

Differenza rispetto al placebo (IC al 95%)a)

Placebo

(N = 111)

n (%)

BKZ 160 mg Q4S

(N = 221)

n (%)

Differenza rispetto al placebo (IC al 95%)a)

ASAS 40

 

 

 

 

 

 

Settimana 16

Settimana 52

27 (21,4)

61 (47,7)*

78 (60,9)

26,2 (14,9; 37,5)

25 (22,5)

99 (44,8)*

129 (58,4)

22,3 (11,5; 33,0)

ASAS 40 senza trattamento preliminare con anti-TNFα

 

 

 

 

 

 

Settimana 16

Settimana 52

(N = 109)

25 (22,9)

(N = 118)

55 (46,6)

73 (61,9)

24,8 (12,4; 37,1)

(N = 94)

22 (23,4)

(N = 184)

84 (45,7)*

108 (58,7)

22,3 (10,5; 34,0)

ASAS 20

 

 

 

 

 

 

Settimana 16

Settimana 52

48 (38,1)

88 (68,8)*

94 (73,4)

30,7 (19,0; 42,3)

48 (43,2)

146 (66,1)*

158 (71,5)

22,8 (11,8; 33,8)

ASDAS – miglioramento significativo

 

 

 

 

 

 

Settimana 16

Settimana 52

9 (7,1)

35 (27,3)*

47 (36,7)

20,2 (11,2; 29,3)

6 (5,4)

57 (25,8)*

71 (32,1)

20,4 (11,7; 29,1)

BASDAI-50

 

 

 

 

 

 

Settimana 16

Settimana 52

27 (21,4)

60 (46,9)

69 (53,9)

25,3 (14,0; 36,6)

29 (26,1)

103 (46,6)

119 (53,8)

20,5 (9,6; 31,4)

 

BKZ 160 mg Q4S = bimekizumab 160 mg ogni 4 settimane. ASDAS = Ankylosing Spondylitis Disease Activity Score.

È utilizzata la NRI.

a) Sono riportate le differenze non corrette.

* p <0,001 rispetto al placebo, corretto per la molteplicità.

La percentuale di pazienti in BE MOBILE 1 che hanno ottenuto un punteggio ASDAS <2,1 (una combinazione di ASDAS-ID [malattia inattiva] e ASDAS-LD [bassa attività della malattia]) alla settimana 16 è stata del 46,1% nel gruppo trattato con bimekizumab e del 21,1% nel gruppo trattato con placebo (imputazione multipla). Alla settimana 52, il 61,6% dei pazienti del gruppo trattato con bimekizumab ha raggiunto un ASDAS <2,1, di cui il 25,2% con malattia inattiva (ASDAS <1,3).

La percentuale di pazienti in BE MOBILE 2 che hanno ottenuto un punteggio ASDAS <2,1 (una combinazione di ASDAS-ID e ASDAS-LD) alla settimana 16 è stata del 44,8% nel gruppo trattato con bimekizumab e del 17,4% nel gruppo trattato con placebo (imputazione multipla). Alla settimana 52, il 57,1% dei pazienti del gruppo trattato con bimekizumab ha raggiunto un ASDAS <2,1, di cui il 23,4% con malattia inattiva (ASDAS <1,3).

Tutte e quattro le componenti ASAS 40 (dolore spinale complessivo, rigidità mattutina, indice Bath Ankylosing Spondylitis Functional Index [BASFI] e Patient's Global Assessment of Disease Activity [PGADA]) sono migliorati con il trattamento con bimekizumab e hanno contribuito alla risposta ASAS 40 globale alla settimana 16. Questi miglioramenti si sono mantenuti in entrambi i gruppi di pazienti fino alla settimana 52.

I miglioramenti di altri parametri di efficacia sono riportati nella Tabella 8.

Tabella 8. Altri parametri di efficacia in BE MOBILE 1 e BE MOBILE 2

 

BE MOBILE 1 (nr-axSpA)

BE MOBILE 2 (SA)

 

Placebo

(N = 126)

BKZ 160 mg Q4S

(N = 128)

Placebo

(N = 111)

BKZ 160 mg Q4S

(N = 221)

Dolore spinale notturno

 

 

 

 

Basale

Variazione media alla settimana 16 rispetto al basale

Variazione media alla settimana 52 rispetto al basale

6,7

-1,7

6,9

-3,6*

-4,3

6,8

-1,9

6,6

-3,3*

-4,1

BASDAI

 

 

 

 

Basale

Variazione media alla settimana 16 rispetto al basale

Variazione media alla settimana 52 rispetto al basale

6,7

-1,5

6,9

-3,1*

-3,9

6,5

-1,9

6,5

-2,9*

-3,6

BASMI

 

 

 

 

Basale

Variazione media alla settimana 16 rispetto al basale

Variazione media alla settimana 52 rispetto al basale

3,0

-0,1

2,9

-0,4

-0,6

3,8

-0,2

3,9

-0,5**

-0,7

hs-CRP (mg/l)

 

 

 

 

Basale (media geometrica)

Rapporto rispetto al basale alla settimana 16

Rapporto rispetto al basale alla settimana 52

5,0

0,8

4,6

0,4

0,4

6,7

0,9

6,5

0,4

0,3

 

BASMI = Bath Ankylosing Spondylitis Metrology Index. Hs-CRP = proteina C reattiva ad alta sensibilità.

È utilizzata la MI.

* Imputazione basata sul riferimento p <0,001, rispetto al placebo, corretta per la molteplicità. ** Imputazione basata sul riferimento p <0,001, rispetto al placebo, corretta per la molteplicità.

Il trattamento con bimekizumab è stato associato a un'insorgenza di azione rapida sia nel gruppo di pazienti con nr-axSpA che in quello con SA.

Figura 4. Risposta ASAS 40 nel tempo fino alla settimana 52 in BE MOBILE 1 (NRI)

Bild 7

I pazienti che hanno ricevuto il placebo sono passati a bimekizumab 160 mg Q4S alla settimana 16.

Figura 5. Risposta ASAS 40 nel tempo fino alla settimana 52 in BE MOBILE 2 (NRI)

Bild 9

I pazienti che hanno ricevuto il placebo sono passati a bimekizumab 160 mg Q4S alla settimana 16.

In un'analisi integrata di BE MOBILE 1 e BE MOBILE 2, i pazienti trattati con bimekizumab che hanno ottenuto una risposta ASAS 40 alla settimana 16 hanno mantenuto l'82,1% della risposta fino alla settimana 52.

L'efficacia di bimekizumab è stata dimostrata indipendentemente da età, sesso, etnia, durata della malattia, stato infiammatorio al basale, ASDAS al basale e cDMARD concomitanti.

Alla settimana 16, nei pazienti con entesite al basale, la percentuale di coloro (NRI) che presentavano entesite in diminuzione secondo l'indice Maastricht Ankylosing Spondylitis Enthesitis Index (MASES) era maggiore con bimekizumab rispetto al placebo (BE MOBILE 1: 51,1% rispetto a 23,9% e BE MOBILE 2: 51,5 % rispetto a 32,8%). La diminuzione dell'entesite si è mantenuta con bimekizumab in entrambi gli studi fino alla settimana 52 (BE MOBILE 1: 54,3% e BE MOBILE 2: 50,8%).

Riduzione dell'infiammazione

Bimekizumab ha ridotto i valori dell'infiammazione in base alla hs-CRP (vedere Tabella 9) e alla RMI nell'ambito di un sottostudio di imaging. La valutazione dei segni infiammatori è stata effettuata al basale e alla settimana 15 mediante RMI, come variazione del punteggio SPARCC (Spondyloarthritis Research Consortium of Canada) per le articolazioni sacroiliache e del punteggio ASspiMRI-a (Ankylosing Spondylitis spine Magnetic Resonance Imagine-activity) espresso nella modifica di Berlino per la colonna vertebrale rispetto al basale. È stata osservata una riduzione dei segni di infiammazione sia nelle articolazioni sacroiliache che nella colonna vertebrale nei pazienti trattati con bimekizumab rispetto al placebo (vedere Tabella 9). La riduzione dell'infiammazione in base alla hs-CRP e alla RMI si è mantenuta fino alla settimana 52.

Tabella 9. Riduzione dell'infiammazione in base alla RMI in BE MOBILE 1 e BE MOBILE 2

 

BE MOBILE 1 (nr-axSpA)

BE MOBILE 2 (SA)

 

Placebo

BKZ 160 mg Q4S

Placebo

BKZ 160 mg Q4S

Punteggio SPARCC

 

 

 

 

Variazione media alla settimana 16 rispetto al basale a)

-1,56

(N = 62)

-6,15

(N = 78)

0,59

(N = 46)

-4,51

(N = 81)

Variazione media alla settimana 52 rispetto al basale a)

 

-7,57

(N = 67)

 

-4,67

(N = 78)

Punteggio ASspiMRI-a (espresso nella modifica di Berlino)

 

 

 

 

Variazione media alla settimana 16 rispetto al basale a)

0,03

(N = 60)

-0,36

(N = 74)

-0,34

(N = 46)

-2,23

(N = 81)

Variazione media alla settimana 52 rispetto al basale a)

 

-0,70

(N = 65)

 

-2,38

(N = 77)

 

a) I valori della variazione rispetto al basale si basano sui casi osservati e sono stati ottenuti mediante valutazione centralizzata del set di dati per la settimana 52.

Funzionalità fisica e altri risultati relativi alla salute

I pazienti trattati con bimekizumab hanno mostrato un miglioramento significativo della funzionalità fisica in base alla valutazione BASFI rispetto al basale, rispetto al placebo (variazione del valore medio dei minimi quadrati alla settimana 16 rispetto al basale in BE MOBILE 1: –2,4 rispetto a
–0,9, p <0,001 e in BE MOBILE 2: –2,0 rispetto a –1,0, p <0,001). I pazienti trattati con bimekizumab hanno mostrato un miglioramento significativo del punteggio SF-36 PCS rispetto al basale, rispetto al placebo (variazione del valore medio dei minimi quadrati alla settimana 16 rispetto al basale in BE MOBILE 1: 9,3 rispetto a 5,4, p <0,001 e in BE MOBILE 2: 8,5 rispetto a 5,2, p <0,001).

I pazienti trattati con bimekizumab hanno mostrato un miglioramento significativo della qualità della vita correlata alla salute in base al questionario ASQoL (AS Quality of Life Questionnaire) rispetto al basale, rispetto al placebo (variazione del valore medio dei minimi quadrati alla settimana 16 rispetto al basale in BE MOBILE 1: –4,9 rispetto a –2,3, p <0,001 e in BE MOBILE 2: –4,6 rispetto a-3,0, p <0,001), nonché una significativa riduzione dell'astenia secondo il punteggio FACIT per l'astenia (variazione media alla settimana 16 rispetto al valore di riferimento in BE MOBILE 1: 8,5 per bimekizumab rispetto a 3,9 per placebo e in BE MOBILE 2: 8,4 per bimekizumab rispetto a 5,0 per placebo).

I miglioramenti ottenuti fino alla settimana 16 in tutte le misure della funzionalità fisica e altri risultati relativi alla salute sopra menzionati (punteggi BASFI, SF-36 PCS, ASQoL e FACIT per l'astenia) si sono mantenuti fino alla settimana 52 in BE OPTIMAL.

Manifestazione extra-articolare

Nei dati aggregati di BE MOBILE 1 (nr-axSpA) e BE MOBILE 2 (SA), la percentuale di pazienti che hanno sviluppato uveite alla settimana 16 è stata inferiore per bimekizumab (0,6%) rispetto al placebo (4,6%). L'incidenza di uveite è rimasta bassa con il trattamento a lungo termine con bimekizumab (1,2/100 anni-paziente nei dati aggregati degli studi di fase II/III).

Farmacocinetica

Le proprietà farmacocinetiche di bimekizumab sono risultate paragonabili nei pazienti con psoriasi a placche, artrite psoriasica e spondiloartrite assiale (nr-axSpA e SA).

Assorbimento

Sulla base di un'analisi farmacocinetica di popolazione, dopo una singola somministrazione per via sottocutanea alla dose di 320 mg in pazienti affetti da psoriasi a placche, bimekizumab raggiungeva una concentrazione plasmatica di picco mediana (2,5° e 97,5° percentile) di 25 (12 -50) μg/ml, tra 3 e 4 giorni dopo la somministrazione.

L'analisi farmacocinetica di popolazione ha dimostrato che bimekizumab era assorbito con una biodisponibilità assoluta media del 70,1% in volontari sani.

Distribuzione

In base alle analisi farmacocinetiche di popolazione, la mediana (coefficiente di variazione %) del volume di distribuzione (V/F) allo stato stazionario era 11,2 l (30,5%) in pazienti affetti da psoriasi a placche.

Metabolismo

Trattandosi di un anticorpo monoclonale, si prevede che bimekizumab venga degradato in piccoli peptidi e amminoacidi attraverso le vie cataboliche allo stesso modo delle immunoglobuline endogene.

Eliminazione

Sulla base delle analisi farmacocinetiche di popolazione, la mediana (coefficiente di variazione %) della clearance apparente (Cl/F) di bimekizumab era 0,337 l/die (32,7%) e l'emivita media di eliminazione terminale di bimekizumab era di 23 giorni negli studi clinici su pazienti con psoriasi a placche.

In base ai dati simulati, le concentrazioni mediane (2,5° e 97,5° percentili) di picco e di valle allo stato stazionario, dopo somministrazione per via sottocutanea di 320 mg ogni 4 settimane, sono rispettivamente 43 (20-91) μg/ml e 20 (7-50) μg/ml e lo stato stazionario è raggiunto dopo circa 16 settimane con un regime posologico ogni 4 settimane. Rispetto all'esposizione dopo una dose singola, l'analisi farmacocinetica di popolazione ha dimostrato che i pazienti presentavano un aumento di 1,74 volte nelle concentrazioni plasmatiche di picco e nell'area sotto la curva (AUC) in seguito a somministrazioni ripetute ogni 4 settimane.

Dopo il passaggio dal regime posologico di 320 mg ogni 4 settimane a quello di 320 mg ogni 8 settimane alla settimana 16, lo stato stazionario è raggiunto circa 16 settimane dopo il passaggio. Le concentrazioni plasmatiche mediane (2,5° e 97,5° percentili) di picco e di valle sono rispettivamente 30 (14-60) μg/ml e 5 (1-16) μg/ml.

Linearità/non linearità

Bimekizumab ha mostrato una farmacocinetica proporzionale alla dose in pazienti con psoriasi a placche su un intervallo posologico da 64 mg a 480 mg, a seguito di somministrazioni multiple per via sottocutanea, con una clearance apparente (Cl/F) indipendente dalla dose.

Relazione farmacocinetica/farmacodinamica

Un modello di farmacocinetica/farmacodinamica di popolazione è stato sviluppato utilizzando tutti i dati disponibili in pazienti con psoriasi a placche da moderata a severa. L'analisi ha dimostrato che concentrazioni più elevate di bimekizumab sono correlate a indice PASI e risposta IGA migliori e che una dose di 320 mg alle settimane 0, 4, 8, 12 e 16 e successivamente ogni 8 settimane apporta il massimo beneficio per la maggior parte dei pazienti con psoriasi a placche da moderata a severa (cfr.

Cinetica di gruppi di pazienti speciali

Disturbi della funzionalità epatica e renale

Non sono stati effettuati studi specifici per determinare l'effetto della compromissione renale o epatica sulla farmacocinetica di bimekizumab. Si prevede che l'eliminazione renale di bimekizumab intatto, un anticorpo monoclonale IgG, sia bassa e di minore importanza. Allo stesso modo, le IgG sono eliminate prevalentemente per catabolismo intracellulare e la compromissione epatica non dovrebbe influenzare la clearance di bimekizumab. In base alle analisi farmacocinetiche di popolazione, i marcatori della funzionalità epatica (ALT/bilirubina) non hanno avuto alcuna influenza sulla clearance di bimekizumab in pazienti con psoriasi a placche.

Pazienti anziani

In base all'analisi farmacocinetica di popolazione con un numero limitato di pazienti anziani (N = 337 per età ≥65 anni e N = 45 per età ≥75 anni), la clearance apparente (Cl/F) in pazienti anziani e pazienti di età inferiore a 65 anni era simile. Non è necessario alcun adeguamento della dose.

Peso corporeo

Modelli farmacocinetici di popolazione hanno indicato che l'esposizione diminuiva con l'aumento del peso corporeo. Secondo tale modello, si prevede che la concentrazione plasmatica media in pazienti adulti con peso corporeo ≥120 kg a seguito di una iniezione sottocutanea di 320 mg sia di almeno il 30% inferiore rispetto ai pazienti adulti che pesano 90 kg. In alcuni pazienti può essere appropriato un adeguamento della dose (cfr. Posologia/impiego).

Razza / sesso

Non si sono osservate differenze clinicamente significative nell'esposizione a bimekizumab in soggetti giapponesi o cinesi rispetto a soggetti caucasici in uno studio clinico farmacocinetico. Non è necessario alcun adeguamento della dose. Un'analisi farmacocinetica di popolazione ha indicato che i soggetti di sesso femminile possono avere una clearance apparente (Cl/F) più veloce del 10% rispetto ai soggetti di sesso maschile; ciò non è clinicamente significativo. Non è necessario alcun adeguamento della dose.

Dati preclinici

I dati preclinici non rivelano rischi particolari per l'uomo sulla base di test di reattività crociata tissutale, studi di tossicità a dose ripetuta (compresi gli endpoint farmacologici di sicurezza e la valutazione degli endpoint correlati alla fertilità) e della valutazione dello sviluppo pre e post-natale.

Genotossicità / cancerogenicità

Non è stato condotto alcuno studio di mutagenicità o cancerogenicità con bimekizumab. Tuttavia non si prevede che gli anticorpi monoclonali danneggino il DNA o i cromosomi. In uno studio di tossicologia cronica di 26 settimane sulle scimmie cynomolgus, non sono state osservate lesioni pre-neoplastiche o neoplastiche a una dose che produceva un'esposizione 109 volte quella umana a 320 mg ogni 4 settimane.

Tossicità per la riproduzione

In uno studio sullo sviluppo peri- e postnatale sulla scimmia cynomolgus, bimekizumab non ha mostrato effetti su gestazione, parto, sopravvivenza dei cuccioli, sviluppo fetale e post-natale quando somministrato per l'intera durata dell'organogenesi fino al parto a una dose equivalente a 27 volte l'esposizione umana a 320 mg ogni 4 settimane in base all'AUC. Alla nascita, le concentrazioni sieriche di bimekizumab nei cuccioli di scimmie erano paragonabili a quelle delle madri.

Altre indicazioni

Incompatibilità

Poiché non sono stati condotti studi di compatibilità, non si può somministrare questo medicamento in combinazione con altri medicamenti.

Stabilità

Il medicamento non deve essere utilizzato oltre la data indicata con «EXP» sul contenitore.

Indicazioni particolari concernenti l'immagazzinamento

Conservare in frigorifero (2-8°C).

Non congelare.

Conservare la penna preriempita nella scatola originale per proteggere il contenuto dalla luce.

Conservare la siringa preriempita nella scatola originale per proteggere il contenuto dalla luce.

La penna preriempita con Bimzelx e la siringa preriempita con Bimzelx possono essere conservate a temperatura ambiente (fino a 25°C) per un singolo periodo massimo di 25 giorni, al riparo dalla luce. Una volta rimosse dal frigorifero e conservate a temperatura ambiente, gettare dopo 25 giorni o entro la data di scadenza stampata sul contenitore, a seconda di quale evento si verifichi prima. Sulla scatola originale è presente uno spazio per registrare la data di rimozione dal frigorifero.

Tenere fuori dalla portata dei bambini.

Numero dell'omologazione

68548, 68612 (Swissmedic)

Confezioni

Bimzelx 160 mg soluzione iniettabile in penna preriempita

1 penna preriempita (B).

2 penne preriempite (B).

Bimzelx 160 mg soluzione iniettabile in siringa preriempita

1 siringa preriempita (B).

2 siringhe preriempite (B).

Titolare dell’omologazione

UCB-Pharma AG, Bulle

Stato dell'informazione

Luglio 2024